“Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità, molto ragionamento e poca osservazione conducono all’errore”.

A. Carrell

“Ragionevole designa colui che sottomette la propria ragione all’esperienza”.

J. Guitton

“Coloro che hanno una fede eccessiva nelle loro idee, non sono adatti a fare esperienze”.

C. Bernard

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Curatore e Co-Autore con Luca Bisio di: “Patto di stabilità e gli strumenti di finanza locale”, Collana 4 – Progetto ente locale, pp 421, Anno 2009, Maggioli Editore

Abstract

Indice
Introduzione

Fin dal Trattato di Maastricht l’Italia ha aderito all’obiettivo di convergenza verso specifici parametri condivisi a livello europeo con il Patto di Stabilità e Crescita, i cui dettati sono stati recepiti anche internamente, a livello di Autonomie Locali, con il Patto di Stabilità Interno.
La decennale storia del Patto è stata caratterizzata da successi e da difficoltà, da lodi e da critiche, soprattutto a causa dell’estrema variabilità della normativa.
Ma come può essere interpretato, oggi, il Patto di Stabilità Interno? Come un’opportunità irrinunciabile di risanamento della finanza pubblica, migliorabile ma in grado di aiutare gli Enti Locali e le Regioni ad imboccare un sentiero virtuoso di sviluppo o come un vincolo ormai desueto, incompatibile con le spinte federaliste e vittima dell’italica elefantiasi normativa che lo ha reso un istituto giuridico “barocco”?
Il volume si propone come supporto ad una riflessione in merito all’annosa questione; questo, secondo un percorso logico che porterà il lettore dalle origini del Patto fino ai recenti sviluppi, affrontando le diverse correlazioni tra la normativa, il sistema di finanza locale e gli strumenti finanziari utilizzati dagli Enti.