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Corriere della Sera ed. Brescia (20 agosto 2013)
Bene ma con un po’ più di coraggio!
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La Giunta comunale di Brescia ha dato il via libera al bilancio di previsione 2013 e così i nodi sono arrivati al pettine dimostrando come l’ammanco dei dividendi A2A, previsti nel 2012, e il costo ineludibile del trasporto pubblico locale –TPL-, metropolitana inclusa, hanno ingessato i conti tanto che l’unico spazio di manovra per il 2013 è risultato incrementare le imposte a carico dei bresciani. Il conto per i cittadini è salato perché per coprire il disavanzo emerso nei conti comunali si dovranno garantire oltre 22 milioni di euro di imposte aggiuntive, quasi 230 euro a famiglia. Ma quello su cui è utile concentrarsi non è tanto il conto ineludibile di quest’anno quanto quello che ci aspetta nei prossimi cinque. I conti in ordine sono una condizione necessaria, ma non sufficiente per alimentare una strategia per il territorio. E’ per questo che sul piano del metodo, non ancora degli obiettivi, mi avevano incoraggiato le dichiarazioni della nuova Giunta sulla volontà di smagrire il portafoglio delle partecipate e del patrimonio immobiliare comunale. Questo indirizzo mi sembrava un elemento di discontinuità apprezzabile considerato che un comune non deve fare l’investitore istituzionale come un private equity o un renter immobiliare ma solo il regolatore: deve lavorare al fianco degli imprenditori e degli immobiliaristi e non sostituirsi a loro. Mi sembrava un bel segno dimostrare che per guadagnarsi il diritto di mettere le mani in tasca ai cittadini bisogna almeno provare di aver vuotato parte di quelle pubbliche. Leggendo però il bilancio trovo solo l’incremento delle imposte mentre l’audace manovra sul fronte delle dismissioni si diluisce nel triennio per un ammontare di 40 milioni, perfino meno di quanto il Sindaco uscente aveva già pianificato precedentemente per il solo 2013. Inoltre dopo i “frizzi e lazzi” elettorali mi aspettavo che il realismo della quotidianità imponesse anche un altro smagrimento, quello dei costi della macchina comunale, in realtà le spese correnti aumentano di 15 milioni nel 2013 (+6% rispetto al 2012) salvo poi essere ridimensionate dell’1% nel triennio 2013-2015, con risparmi per 2,3 milioni di Euro. Ciò è condizionato dal costo del TPL che ha costretto anche ad un calo degli impegni per il welfare (istruzione, anziani, edilizia abitativa, ecc.). Considerato che il problema è il disavanzo di parte corrente generato dallo squilibrio tra spese ed entrate speravo che si incidesse, nel triennio, con decisionismo tagliando spese in modo almeno paritetico a quello che si è fatto aumentando le imposte per incrementare le entrate. Non vedo un cambio di paradigma nemmeno nell’ipotizzare un incremento dei dividendi, soprattutto di A2A, (13 milioni nel 2012, 23 nel 2013 e 35 per il biennio successivo) che, peraltro, riproponendo una dipendenza da A2A, non serve per alimentare investimenti che invece sono drammaticamente ridotti nel 2013 (-100 milioni sul 2012) e negli anni successivi (–41 milioni). L’approccio mi sembra responsabile, ma sembra che la Giunta abbia rinviato i cambi di rotta e, rispetto alle dichiarazioni rilasciate, abbia semplicemente tappato le falle rinunciando, per ora, ad ogni segnale di prospettiva. Mi auguro che il dibattito consiliare o forse il prossimo bilancio previsionale, che si potrà assumere con tempi meno vincolati, permetta di abbinare ai sacrifici chiesti ai bresciani e alle scelte di vendita di beni pubblici, se riproposte, le ragioni, cioè gli investimenti e il valore aggiunto per i cittadini, perché nessuno sarà apprezzato a lungo solo perché tenta di tenere i conti in ordine.