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Corriere della Sera ed. Brescia (19 aprile 2013)
Rapidità e trasparenza per sistemare i problemi della finanza locale
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Un film appena uscito, “La Frode”, propone un Richard Gere, leader di un impero finanziario in pericolo, che mette in piedi una truffa, grazie alla quale, disponendo di una informativa privilegiata e giocando sul tempo, si salva dalla disgrazia. Tempo e informazione restano i fattori che rendono perdenti o vincenti sui mercati finanziari, ma sono anche le variabili di cui è ampiamente carente l’agire dell’amministrazione pubblica. Fa, infatti, un certo effetto poter fruire solo ora della relazione della Corte dei Conti, relativa ai rendiconti 2011. Poter lavorare su una informativa importante, per orientare le scelte del futuro, con quasi un anno e mezzo di ritardo è preoccupante. Se ci riferiamo al futuro, sconcertante è, anche, constatare che dal 1993, quando i bilanci preventivi dovevano essere approvati ad ottobre dell’anno precedente, questa scadenza è sempre stata posticipata. Anche quest’anno, se tutto va bene, si dovranno approvare entro la fine giugno. L’assenza dei bilanci preventivi, oltre a rappresentare una scarsa trasparenza nei confronti dei cittadini, è un limite perché rinvia le scelte sulle azioni da intraprendere a quando buona parte della spesa corrente sarà già impegnata. Facendo di necessità virtù, dalla relazione della Corte dei Conti apprendiamo che la spesa corrente dal 2009 al 2011 è cresciuta del 3% raggiungendo il valore di 43 miliardi di euro, l’equivalente, per ogni cittadino, di circa 900 euro. Il Comune di Brescia, a fine 2011, registrava una spesa pro capite più alta, 1322 euro, e un incremento nel triennio nell’ordine del 14% quasi 5 volte la media nazionale. Constatiamo, dal rendiconto 2012 che la situazione è migliorata tanto che la spesa pro capite è in un anno è calata del 2% e ha raggiunto il valore di 1294 euro per cittadino, spesa comunque superiore a quella che registravano per esempio comuni come Verona, Varese e Como. Per quanto riguarda il debito l’ultimo supplemento al bollettino della Banca d’Italia- Giugno 2012- riporta a carico dei comuni 50 miliardi di esposizione, l’equivalente di 1.049 euro per cittadino italiano. A Brescia lo stesso valore pro capite raggiunge i 1081 euro, quasi prossimo al limite di legge previsto per il 2014, e non poco se consideriamo che solo 2 anni fa era meno di 100 euro. Questi dati riguardano però il passato e sono utili solo per capire i margini di manovra per il futuro, un imprenditore qualsiasi o un operatore finanziario vorrebbe conoscere il futuro, immaginiamo un cittadino che potrebbe essere chiamato a “mettere le mani al portafoglio”. Per il futuro Il DEF – Documento di Economia e Finanza – appena varato prevede a livello nazionale: un incremento delle entrate tributarie dell’8%, l’esigenza di un rientro del debito che nel 2012 è già al livello record del 127% del PIL, e una contrazione della spesa per trasferimenti correnti del 5%. Questo scenario è solo una approssimazione di quanto accadrà e non fa presagire facili contesti in cui operare; nella nostra città se fossimo, infatti, prudenti non dovremmo dare per scontati i trasferimenti nazionali/regionali, ne la possibilità di allentamenti sui vincoli al debito pubblico, ne una normativa che ampli i margini di manovra. Il fatto che a livello locale si sia sollevata, per il bilancio del comune, la polemica relativa ad un disavanzo di più di 30 milioni euro per il 2013, non mi scandalizza, la situazione è difficile e non è sicuramente questa una responsabilità esclusivamente della Giunta in carica. Quello che mi preoccupa è che, le regole che hanno permesso di sanare il passato non valgano in buona parte per il futuro, come mi stupisce che ci si accorga di questa situazione con questo ritardo e che non si sia intervenuto prima. Ma, soprattutto, mi stupisce che ai cittadini che si apprestano tra poco più di un mese a votare, chiunque si candida, primo fra tutti il sindaco uscente, non spieghi come si intende risolvere questo problema. Si torna così alle variabili dei mercati “tempo” e “informazioni”, ma vorremmo evitare, come cittadini, che a fare le vittime dei “mercati” fossimo noi.