“Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità, molto ragionamento e poca osservazione conducono all’errore”.

A. Carrell

“Ragionevole designa colui che sottomette la propria ragione all’esperienza”.

J. Guitton

“Coloro che hanno una fede eccessiva nelle loro idee, non sono adatti a fare esperienze”.

C. Bernard

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Corriere della Sera ed. Brescia (8 gennaio 2013)

Rinnovamento anche nel metodo

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Si  avvicinano le elezioni nazionali e locali in Lombardia e a Brescia. L’offerta politica è poco chiara e il rinnovamento è in alcuni casi solo di facciata. Cambiano le sigle ma in molti casi i candidati sono gli stessi! Non ritengo che il rinnovamento sia di per sé una garanzia ma è evidente a tutti che il disastro economico finanziario è l’esito di una leadership politica ed economica in Italia che ha dettato l’agenda delle scelte di questi decenni. Daniel Cahneman,  psicologo Nobel per l’economia nel 2002, nel suo libro “pensieri lenti e veloci”, ci spiega come il cervello funzioni, pur nel massimo impegno razionale, anche secondo logiche istintive ed emozionali creando illusioni cognitive. Nel trattato si spiega come si verificano questi errori del giudizio umano. Chi fa politica queste regole le conosce e le utilizza ampiamente: per difendersi da questo non è necessario solo cambiare alcune persone quanto utilizzare un metodo diverso. Cahneman evidenzia che per convincere la gente è importante la coerenza della storia che si riesce a costruire, tanto che la quantità e la qualità dei dati che ne danno riscontro è irrilevante;in assenza poi delle informazioni si può raccontare quello che si vuole. È quindi necessario che le informazioni sull’agire politico e sull’operare pubblico siano il più possibile accessibili, che la PA sia una casa di vetro, che in finanza i bilanci pubblici siano disponibili e comprensibili. Semplificando non mi sarebbe dispiaciuto versare l’IMU su un modulo che avesse offerto una breve informativa su come sarebbero state usate quelle risorse. Sempre Cahneman dimostra come un metodo sicuro d’indurre la gente a credere alle cose false sia la frequente ripetizione perché la familiarità non si distingue facilmente dalla verità; e questo è tanto più vero in contesti tecnici complessi come la finanza. È dimostrato che ripetere l’enunciato di un fatto lo fa apparire vero soprattutto se non lo si collega a nulla di noto o controllato. Allora perché non prevedere una commissione di controllo in parte sorteggiata da un elenco di cittadini? O programmare dei veri “question time” animati però dai cittadini, emulando i lavori delle assemblee in cui sono prodotte interrogazioni dei parlamentari o dei consiglieri all’Esecutivo, a cui obbligatoriamente deve essere data una risposta formale e in tempi obbligati? In fine se è così facile prendersi beffa degli elettori perché a presidiare certe posizioni, come le funzioni direttive finanziarie, non mettiamo professionalità certificate da un albo e soggette nella selezione e nella valutazione ad una autority indipendente invece che ad organismi nominati dai controllati. In sostanza il rinnovamento non è garantito dalla soggettività dei candidati, già nel passato abbiamo visto cooptare visi e fisonomie nuove ma in molti casi servili a chi le nominava, il rinnovamento si vede nel metodo, un metodo che dia garanzia di cambiamento dei comportamenti e non necessariamente o solo degli attori, se nei programmi e nelle agende troveremo iniziative come queste si potrà riaffezionare la gente alla politica.

 
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