“Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità, molto ragionamento e poca osservazione conducono all’errore”.

A. Carrell

“Ragionevole designa colui che sottomette la propria ragione all’esperienza”.

J. Guitton

“Coloro che hanno una fede eccessiva nelle loro idee, non sono adatti a fare esperienze”.

C. Bernard

Media & pubblicazioni > Articoli

733902_565998726757833_2133781479_n

Corriere della Sera ed. Brescia (30 marzo 2013)

La Metropolitana: perseguiamo la sostenibilità non solo la bellezza

Scarica l’articolo in formato PDF

La crisi finanziaria e il mutato contesto geo-politico inducono a considerare le risorse di cui si dispone limitate, anzi molto limitate. L’Italia è chiamata a questo rigoroso esercizio ancor più di altri Paesi, avendo cumulato una massa debitoria di oltre 2.000 miliardi di euro, che nel 2012 ha prodotto interessi passivi per 235 milioni di euro al giorno. Uno stock di debito che per ogni punto di variazione dello spread ci costa circa 3 miliardi il primo anno e ben 17 in tre anni. A livello locale Regioni, Comuni, Province, in un triennio di manovre finanziarie, hanno visto cambiare i loro equilibri finanziari: circa 80 miliardi di impegni hanno, infatti, quadruplicato gli aggravi sui loro bilanci. Le dichiarazioni di dissesto finanziario dei Comuni si moltiplicano, quelli in disavanzo di amministrazione si sono quadruplicati in sette anni e quelli sanzionati per non aver raggiunto gli obiettivi del patto di stabilità sono aumentati di 2,5 volte in un anno. Il federalismo fiscale che ci aveva promesso l’autonomia finanziaria dei territori è stato messo in soffitta e, vista la dipendenza dalle finanze nazionali, per un amministratore locale è quasi impossibile oggi garantire che gli investimenti che si appresta a realizzare potranno essere ammortizzati. In questo contesto, si inserisce l’impegno che la nostra città ha assunto per la metropolitana: poco meno di un miliardo di euro d’investimento, quasi 30 milioni all’anno di rate per la sola disponibilità dell’infrastruttura. A questi vanno aggiunti i costi d’esercizio che, per l’intero TPL, valgono oltre 25 milioni di euro all’anno. Tutto ciò al netto dei 20 milioni di contributo per il trasporto pubblico locale che si ipotizza di ricevere da Stato/Regione. Se tale contributo non fosse confermato o se i costi di gestione della metropolitano non rispettassero le previsioni fatte, il conto potrebbe essere anche più salato. Chi scrive non è in grado di dare un giudizio compiuto sulle implicazioni finanziarie per la città perché molti dati non sono pubblici, ma il materiale disponibile basta per dire che questo impegno rischia di “ingessare” i bilanci del Comune di Brescia. Inoltre, non sono necessari dati analitici per rilevare che ai fini della sostenibilità finanziaria è necessario rivedere tutto il trasporto pubblico locale ridisegnando l’integrazione tra autobus, corriere e metropolitana. E bisogna, altresì, strutturare, oltre ai parcheggi, tutti i servizi accessori. Considerato poi che Brescia, con la prima e seconda fascia di comuni limitrofi, è ormai una piccola città metropolitana, solo affrontando la razionalizzazione dei trasporti in una scala sovraccomunale potremo ottenere le necessarie economie e solo facendo della metropolitana il centro della ripianificazione urbanistica della città potremo trarre valore da questo investimento. Queste scelte vanno tutte affrontate ma c’è ancora molto da fare. I toni usati da editorialisti e cittadini per descrivere, incantati, questa infrastruttura sono enfatici e tutti dedicati a bellezza e funzionalità per gli abitanti. Ciò è positivo, ma abbiamo la responsabilità di garantire e dimostrare anche la sostenibilità dell’investimento. Quale avvertimento consiglio la lettura di un libro di qualche anno fa di Mario Calabresi “La fortuna non esiste”. Questi, seguendo la prima campagna elettorale di Obama, ha descritto un’America attanagliata dalla crisi, con città devastate e finanziariamente incapaci di garantire i servizi pubblici: dalle migliaia di case chiuse e abbandonate di Cleveland, alle fabbriche desolate di Braddock, fino ai parcheggi dormitorio di Santa Barbara, a una Detroit passata da simbolo dell’intraprendenza americana a esempio del degrado americano. Sicuramente il parallelismo è esasperato ma funzionale ad invitarci ad affrontare con pragmatismo bresciano anche gli impatti finanziari non limitandoci a quelli estetici.

 
Twitter Facebook Vimeo RSS Feed