“Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità, molto ragionamento e poca osservazione conducono all’errore”.

A. Carrell

“Ragionevole designa colui che sottomette la propria ragione all’esperienza”.

J. Guitton

“Coloro che hanno una fede eccessiva nelle loro idee, non sono adatti a fare esperienze”.

C. Bernard

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2012

Finanza Pubblica e Federalismo. strumenti finanziari innovativi: autonomia e sostenibilità

Curatore del Primo Rapporto di Finanza Pubblica “Finanza Pubblica e Federalismo. Strumenti finanziari innovativi: autonomia e sostenibilità“, pp 794, Anno 2012, Maggioli Editore

Abstract

Indice
Prefazione di Franco Bassanini
Prefazione di Francesca Traclò
Introduzione di Marco Nicolai

Gli eventi degli ultimi anni pongono diversi interrogativi su come la finanza pubblica possa essere efficacemente impiegata per aiutare il policy maker a coniugare rigore di bilancio e politiche per la crescita. L’adozione, ampia e diffusa, di strumenti finanziari innovativi, che superano i confini della finanza straordinaria e strutturata, ha allargato l’insieme degli strumenti messi a disposizione dell’amministrazione pubblica per rintracciare risorse a sostegno di spese correnti e investimenti. Il primo rapporto sulla Finanza Pubblica della Fondazione Rosselli propone una lettura di questo fenomeno, con riferimento all’evoluzione verso il federalismo. Il volume analizza quale impatto abbia prodotto, in termini di efficienza ed efficacia, l’adozione strumenti di finanza innovativa, approfondendo opportunità e criticità che il loro utilizzo da un lato, e un maggior grado di autonomia locale dall’altro, possono vicendevolmente comportare.


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Co-curatore con Paola De Vincentiis e autore de “I Confidi di nuova generazione. Gli impatti della crisi e le nuove regole”, pp 400, Anno 2012, Bancaria Editrice

Abstract

Sommario
“Ruolo e valenza della garanzia”

Ponte fondamentale tra il mondo delle banche e quello delle Pmi, i confidi sono da lungo tempo un tassello importante del sistema finanziario italiano ed è ampiamente riconosciuta la validità delle loro funzioni, più che mai utili e necessarie nell’attuale fase congiunturale. Tuttavia, negli ultimi anni sono emersi alcuni fattori di fragilità – sostenibilità economica e modelli di business, elevato grado di frammentazione, carenze tecnico-organizzative, ritardi tecnologici negli strumenti di rating – sui quali occorre intervenire per cogliere le sfide e le opportunità future e per tendere verso i confidi di nuova generazione. Il volume, che aggiorna l’edizione dello scorso anno, propone un’analisi dettagliata dell’attuale sistema dei confidi in Italia (caratteristiche economiche, strutturali e tecniche, contesto normativo, dimensioni, organizzazione, articolazione territoriale e operativa, aggregazioni e nuove costituzioni; ruolo dei fondi pubblici).


2011

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Autore di “P.A.mphlet. Finanza pubblica e privata: incentivi alle imprese, fondi mobiliari e immobiliari, cartolarizzazioni, derivati, project financing, patto di stabilità e federalismo”, pp VII/154, Anno 2011, Maggioli Editore

Abstract

Indice

Sfruttare il project financing, utilizzare il private equity, impiegare al meglio derivati e cartolarizzazioni, garantirsi le potenzialità del leasing, attivare la leva fiscale e del credito con le garanzie: tutte opportunità che sono oggetto degli interventi contenuti in questa raccolta e che al servizio della pubblica amministrazione possono alimentare le politiche a favore di imprese e cittadini.
Interventi diretti, schietti, provocatori e talvolta critici, pur senza rinunciare a formulare anche proposte. Una rassegna vivace che incalza le inadeguatezze della macchina pubblica. Un vissuto che legge il sedimento di anni di carenza di regole, di pochezza di competenze e di scarso impegno politico nell’uso della finanza innovativa. Una testimonianza, senza l’ambizione di ampi disegni, delle tante incongruenze di procedure e scelte finanziarie che rallentano l’evoluzione del pubblico verso un approccio moderno che liberi la potenzialità della finanza e ne eviti un uso distorto. Tanti piccoli mattoni che, da un lato, prendono e danno atto della fine di un’era e, dall’altro, tentano di costruire le premesse per un veloce e oramai inevitabile cambiamento. Privi di flessioni politiche, gli interventi offrono suggerimenti per abbinare le risorse pubbliche a quelle private, articolare strumenti finanziari nuovi per le diverse esigenze progettuali, canalizzare le esigenze finanziarie verso operatori e mercati pronti a soddisfarle, definire prodotti che segregano l’indirizzo politico dalla gestione tecnico-operativa. Una lettura per un cittadino più consapevole, un’impresa più informata e soprattutto un pubblico che ha ancora l’orgoglio di svolgere un ruolo importante.


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Curatore de “Il Mezzanine Finance. Caratteristiche, ambiti di applicazione e opportunità“, Collana Cultura di Impresa, pp XII/236, Anno 2011, Egea

Abstract

Indice e prefazione

Il mezzanino può proporsi come una possibile soluzione a un modello di funding delle imprese italiane a oggi poco equilibrato e disfunzionale alla crescita, con riferimento sia alla ridotta dotazione patrimoniale sia al ricorrente sbilanciamento del passivo aziendale verso l’indebitamento di breve termine, finanziario e commerciale. Uno strumento che presenta elementi di compatibilità con le caratteristiche generali del sistema economico e finanziario italiano, che vanno da alcuni limiti dei mercati creditizio e dei capitali a peculiarità culturali dell’imprenditoria italiana. Il potenziale vantaggio differenziale del mezzanino, rispetto al credito senior bancario, nel coprire quote del fabbisogno finanziario aziendale da questo non soddisfatte, risiede prevalentemente nella sua maggiore flessibilità, caratteristica centrale dello strumento e fattore critico di successo
nello scenario attuale.

La pubblicazione, che si rivolge principalmente a operatori di mercato, tratta il tema del finanziamento mezzanino, delle sue applicazioni all’interno
del mercato italiano ed europeo e delle sue potenzialità, ancora in parte inespresse. Nella prima parte del libro, sono approfondite le caratteristiche e le peculiarità dello strumento: le origini, la sua attualità nel contesto italiano, le caratteristiche tecniche, i player e i dati relativi al mercato, con evidenza anche dei vantaggi che il mezzanine finance presenta. Attraverso un’attenta analisi del mercato finanziario e delle sue evoluzioni, dall’introduzione di Basilea2 alla crisi finanziaria ed economica che ha investito l’intero sistema, si mostrano, altresì, i possibili ambiti di applicazione del mezzanine finance. Nella seconda parte del libro, sono presentati alcuni casi concreti in cui il mezzanino è stato utilizzato in operazioni finanziarie dirette alle imprese, mostrando quali possano essere i reali ambiti di applicazione dello strumento.


2010

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Co-curatore con Paola De Vincentiis de “Il sistema dei Confidi in Italia. Strategie e tendenze evolutive”, pp 342, Anno 2010, Bancaria Editrice

Abstract

Sommario
Prefazione

Quale sarà l’evoluzione che interesserà nel lungo termine il sistema dei Confidi in Italia? Pochi grandi Confidi per ciascuna regione, o pochissimi grandi Confidi interregionali, o, in alternativa, soluzioni intermedie basate su reti o network di Confidi di varie dimensioni? La morfologia futura del mercato delle garanzie fidi dipenderà molto dai vincoli normativi vigenti, dalle potenzialità economico-gestionali di questi operatori e dagli interessi che gli stessi esprimeranno.
In ogni caso, indipendentemente dal modello e dalle dimensioni che i Confidi andranno ad assumere, essi dovranno dotarsi di un’organizzazione strutturata e qualificata, saper approntare sistemi di rating/credit scoring e modelli di valutazione, cogliendo l’occasione per una loro normalizzazione e una loro adeguata complementarità con quelli del mondo bancario e di altri intermediari, sviluppare modelli di pricing che ne garantiscano la sostenibilità economico-finanziaria.
Tutto ciò presuppone un cambiamento culturale di ampia portata da parte dei Confidi che conduca a impostare un modello di business che sia sostenibile, preservi il carattere mutualistico di questi operatori e, al tempo stesso, dia incentivi all’efficienza in un quasi mercato dove l’azione pubblica dovrà progressivamente ridursi. Una sfida non da poco a cui il volume – che approfondisce l’evoluzione normativa, le dimensioni e le caratteristiche organizzative e operative, le performance economico-finanziarie, i sistemi di gestione del rischio e i processi di aggregazione in atto del sistema dei Confidi in Italia – intende rispondere evidenziando analisi, riflessioni e criticità.


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Co-Autore con Luca Bisio di: “Patto di Stabilità e federalismo fiscale”, Collana 4 – Progetto ente locale, pp 210, Anno 2010, Maggioli Editore

Abstract

Indice
Prefazione

Una delle maggiori criticità in cui molti attori del settore pubblico s’imbattono nel corso dell’esperienza professionale è il rispetto del Patto di Stabilità interno, trasposizione, a livello locale, dei vincoli assunti dal nostro Paese con l’adesione all’Unione Monetaria.
Il presente testo si propone sia come uno strumento di supporto agli operatori dei servizi finanziari nella comprensione delle logiche di fondo e delle tecniche di applicazione della normativa sul Patto di Stabilità per il 2010, sia come supporto alla riflessione sulle riforme in atto nel campo della finanza locale. Dopo aver analizzato gli elementi caratteristici del Patto di Stabilità europeo nonché l’evoluzione del Patto di Stabilità interno, il volume prende in considerazione la normativa di riferimento per il 2010, fornendo un quadro normativo coordinato ed aggiornato alle più recenti modifiche della Legge Finanziaria.
All’analisi normativa segue un focus sulle criticità più marcate del Patto interno da cui si trae spunto per alcune proposte operative destinate sia al Patto “nazionale”, sia alla sua trasposizione su base regionale, come previsto dalla L. 133/2008. Il tutto per un ripensamento degli attuali meccanismi di stabilità in un’ottica, davvero pattizia, di conciliazione di effetti anticiclici, crescente domanda di servizi e necessità di responsabilizzazione delle autonomie.In particolare, pur rispettando le fondamentali esigenze di approfondimento degli aspetti tecnico-specialistici della materia, il libro si pone come obiettivo un costante riferimento al complessivo quadro di cambiamento normativo che sta attraversando in questi mesi la pubblica amministrazione (Riforma Azzollini, Federalismo fiscale, Patto di Stabilità territoriale).


2009

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Autore di: “Finanza Pubblica. Autonomia finanziaria, vincoli di bilancio e strumenti di finanziamento”, pp XVIII + 334, Anno 2009, Casa Editrice Etas

Abstract

Indice
Prefazione

Il passaggio realizzatosi nell’ultimo decennio da un sistema di finanza derivata a un sistema di finanza decentrata non ha significato un’effettiva conquista di autonomia finanziaria da parte degli Enti Locali.

L’inseguimento da parte di questi ultimi di una reale autonomia finanziaria, accompagnato da una contrazione dei trasferimenti dallo Stato centrale alle autonomie territoriali, ha indotto gli Enti Locali ad aprirsi al mercato, ad utilizzare strumentazione finanziaria che non pesasse sui bilanci e che permettesse di reperire fondi.

Questo libro fornisce un ampio resoconto di tale strumentazione, non senza, ove necessario, porne in luce vincoli e limiti ancora esistenti, oltre a non tacere quanto andrebbe ancora conquistato per garantirne l’assunzione responsabile.


15007292_15000111_Patto_stab

Curatore e Co-Autore con Luca Bisio di: “Patto di stabilità e gli strumenti di finanza locale”, Collana 4 – Progetto ente locale, pp 421, Anno 2009, Maggioli Editore

Abstract

Indice
Introduzione

Fin dal Trattato di Maastricht l’Italia ha aderito all’obiettivo di convergenza verso specifici parametri condivisi a livello europeo con il Patto di Stabilità e Crescita, i cui dettati sono stati recepiti anche internamente, a livello di Autonomie Locali, con il Patto di Stabilità Interno.
La decennale storia del Patto è stata caratterizzata da successi e da difficoltà, da lodi e da critiche, soprattutto a causa dell’estrema variabilità della normativa.
Ma come può essere interpretato, oggi, il Patto di Stabilità Interno? Come un’opportunità irrinunciabile di risanamento della finanza pubblica, migliorabile ma in grado di aiutare gli Enti Locali e le Regioni ad imboccare un sentiero virtuoso di sviluppo o come un vincolo ormai desueto, incompatibile con le spinte federaliste e vittima dell’italica elefantiasi normativa che lo ha reso un istituto giuridico “barocco”?
Il volume si propone come supporto ad una riflessione in merito all’annosa questione; questo, secondo un percorso logico che porterà il lettore dalle origini del Patto fino ai recenti sviluppi, affrontando le diverse correlazioni tra la normativa, il sistema di finanza locale e gli strumenti finanziari utilizzati dagli Enti.


2008

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Curatore e Autore di “Private equity e infrastrutture”, Categoria Finanza, pp 136, Anno 2008, Editore MCGraw Hill

Abstract

Indice
Prefazione

Gli ingenti investimenti necessari per l’adeguamento infrastrutturale del territorio, cui sono strettamente connessi sia la competitività dei sistemi locali sia la qualità della vita dei cittadini che vi risiedono, ripropongono costantemente il tema dell’intervento pubblico. D’altra parte, mai come in questi anni si è potuto assistere all’implementazione di prodotti e tecniche finanziarie sempre più sofisticati, anche con lo scopo di veicolare risorse a favore di infrastrutture e servizi di pubblica utilità. In particolare, uno dei fenomeni più significativi degli ultimi due anni è stato l’evoluzione dell’offerta dei fondi di private equity dedicati alle infrastrutture. La ricerca di Finlombarda S.p.A., di cui il presente elaborato rappresenta una sintesi, ne ha censiti 61 a livello mondiale, riconducibili a 37 operatori, per una dotazione finanziaria complessiva pari a circa 52 miliardi di euro. L’analisi si sofferma sui più diffusi approcci strategici perseguiti dagli operatori, evidenziando quanto il mondo dei “veicoli finanziari” per le infrastrutture sia eterogeneo, ricco di esperienze e modelli di gestione differenti. In tale ambito sono stati rappresentati numerosi aspetti, quali, a titolo esemplificativo, la dimensione, il mercato di riferimento, il grado di specializzazione settoriale e territoriale nonché le modalità di intervento. Particolare attenzione è riservata al contesto italiano per il quale viene stimata un’offerta potenziale pari a 16,5 miliardi di euro, parte della quale destinata esclusivamente alle nuove opere infrastrutturali.


1999